
“E poi, quando le hai scovate, cosa ne fai delle tue paure?”
“Le annuso, perché la paura ha sempre un odore che non puoi dimenticare.
Le disegno, e trovo un colore nuovo ogni volta; le sfumo con le dita lungo i margini, per dare loro evanescenza.
Le affronto e le attraverso, prendendole di petto, squarciando esse, non me.
Le lascio entrare nei miei sogni, finte padrone di una traccia da recitare.
E poi, infine, per tenerle a bada – e a volte chi lo sa davvero quanto è difficile? – infine, parto da sola, viaggio, e le ammansisco camminando.
In un lavoro che nessuno mai capirà quanto costa.
Cogli tu la parvenza di un idilliaco girovagare, ma chi lo sa davvero quanto pesa il mio bagaglio?”
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