Incuriosita dal nome, che è per me di forte richiamo, decido di seguire il Percorso del Pellegrino, una delle antiche vie di collegamento tra Garda e Malcesine, utilizzata dai pellegrini per portarsi verso Verona e da qui poi a Venezia e imbarcarsi per la Terra Santa.
Raggiungo Punta San Vigilio, dove è sempre bello lasciar correre lo sguardo a pelo d’acqua, e indugio sul pontile alla ricerca della luce migliore e del silenzio prezioso che mi permetta di raccogliere i pensieri da portare in cammino.

I piedi chiamano, risalgo verso la statale e procedo pericolosamente a bordo strada verso sud per alcune centinaia di metri, fino all’imbocco di via Castei dove trovo la segnaletica per San Vigilio-Sengie-Graffiti e, poco dopo, la deviazione sulla destra per il Percorso del Pellegrino, con una pendenza che si fa subito importante.
In un attimo siamo io e il bosco: solitario, silenzioso, profumato.
Il lago si nasconde per poi improvvisamente riapparire alla mia sinistra: l’orizzonte non è nitido, ma il panorama si fa comunque apprezzare.
Cammino in completa solitudine per buona parte della mattinata, su un percorso vario che alterna asfalto (poco) a sterrato, strade bianche, bosco, rocce, lastricati.
C’è una bella varietà di vegetazione: passo da uliveti a boschi di querce e attraverso piccoli borghi dove regna un religioso silenzio.

Di tanto in tanto il panorama si apre e mi regala il “mio” lago, e terrazze panoramiche meravigliose.
Procedo verso Crero, lungo un tratto di pietraia che mi riporta con il pensiero alla tappa da Ponte de Lima a Rubiães lungo il cammino portoghese. Difficile dimenticare la salita all’Alto de Portela: tanta fatica in tanta bellezza.
A Crero la settecentesca chiesetta di San Siro è purtroppo chiusa; qui incontro due coppie dirette in senso contrario al mio e ci scambiamo le informazioni sul percorso.
Io proseguo e scendo verso Pai. Oggi mi fermerò qui, pranzo in spiaggia. Il lago tutto per me: il regalo più bello.
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