Apassolento è saper cogliere la meraviglia a tutto tondo, in lentezza e in armonia con ciò che ci circonda; ed è per questo che oggi, in una, già a buon ora, afosa mattina di luglio, metto a riposo i piedi e nutro lo spirito e gli occhi. Di arte, e non solo, si nutre l’uomo che ha animo fine ed è aperto alla bellezza.
Mi hanno sempre affascianto le Pievi, forse per la fierezza con cui si pongono in luoghi spesso isolati, per questo loro stare solitarie lontane dal frastuono del mondo: un po’ mi somigliano.
La Pieve della Mitria, o Chiesa di Santa Maria Annunciata, sorge poco fuori dall’abitato di Nave (Brescia): il nome Pieve viene dal latino “plebs” che indica il popolo, e nel Medioevo identificava quelle chiese a cui facevano capo i Cristiani di un dato territorio. Viene detta della Mitria in riferimento, si pensa, ad una stele romana trovata al suo interno e dedicata al dio Mitra; la credenza popolare vuole invece che il nome provenga da un’osteria, presente nel piccolo borgo di case vicine, che, nella sua insegna, faceva bella mostra del copricapo del Vescovo, appunto detto mitria.

Addossata alla Chiesa una costruzione rurale, che serviva da accoglienza e raccolta dei pellegrini nei tempi passati, e tutt’intorno ettari di vigneti e le pendici del bosco a chiudere il panorama.
La facciata esterna, della fine del 1400, ha struttura a capanna, con addossata un’ala aggiuntiva sulla sinistra; il portale, probabilmente in origine molto più piccolo, è di epoca posteriore (1600).
All’interno, sotto una volta a crocera, si offre ai miei occhi un tripudio di affreschi di carattere religioso e scene evangeliche, alcuni chiaramente databili al 1501, altri che si presume risalire alla fine del 1200.
Le cappelle, che si aprono ai lati della navata centrale, mostrano scene evangeliche e per lo più ritraggono Santi riconoscibili dagli attributi tipici (es. San Cristoforo, protettore dei viandanti e invocato a protezione contro la morte improvvisa; San Francesco d’Assisi, a cui è dedicata interamente la terza cappella a destra, affrescato da un maestro pittore di Nave, a cui si riconducono anche gli affreschi laterali e l’Annunciazione dell’abside; Sant’Antonio Abate; Santa Lucia, che regge il piattino con gli occhi cavati; San Bernardo; San Nicola da Bari, presente in due affreschi e riconoscibile perchè tiene in mano le tre sfere d’oro; San Rocco, con caratteristica piaga alla coscia, dovuta alla peste; San Sebastiano, con il corpo trafitto dalle frecce; …).

L’abside è di epoca tardogotica, la cui forma tipica poligonale si apprezza molto bene all’esterno. Originariamente era pù piccola, poi ampliata verso la fine del 1400. Ha una decorazione importante, costituita da tre affreschi: due laterali, che ritraggono i dodici Apostoli, che recitano il Credo, ciascuno con in mano il filatterio; e l’Annunciazione nella parte centrale superiore.

L’Annunciazione, che dà il nome alla Chiesa, è tema ricorrente e si ritrova spesso negli affreschi, ma anche a livello dei pilastrini lignei dell’altare barocco. La presenza della Madonna con il Bambino è altro tema ben rappresentato.
La Cappella a sinistra entrando, è detta Cappella del SS. Sacramento, o del Corpo di Cristo, ed è un’aggiunta successiva (1505-1510) alla pianta originaria della chiesa (si nota bene dall’esterno); accanto si apre l’accesso all’ossario dei morti della peste.

Curiosa è la collocazione del campanile, costruito all’interno della Chiesa, e a sua volta affrescato.

La visita della durata di un’ora, densa di notizie artistiche, storiche e di divagazioni sul tema, viene offerta a titolo gratuito ogni domenica e giorno festivo durante l’estate, dopo la Santa Messa delle ore 8, con inizio alle ore 9 e alle ore 10.
Mi riempie gli occhi di meraviglia e di voglia di tornare: un patrimonio di valore inestimabile, da godere a passo lento.
Per informazioni: http://www.pievemitria.org
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