La terza e ultima tappa della Variante Espiritual prevede di portarsi da Vilanova de Arousa a Pontecesures, tratta che si può percorrere a piedi lungo la costa, oppure risalendo il Río Arosa prima e il Río Ulla poi, ripercorrendo quindi la via di traslazione del corpo dell’Apostolo Giacomo.
Scelgo, per il tempo di un’oretta, di lasciare la terraferma e alle 6:30 sono già alla estación marítima ad aspettare il gommone.
Arriva condotto da Santiago (non l’apostolo), ottimo navigatore e brava guida.
Alle 7 in punto, dopo l’imbarco di pellegrini e zaini, si parte; fa freddo, anche se siamo tutti quanti vicini e vestiti a cipolla. Ho la sensazione che il carico sia leggermente oltre quello consentito, non c’è infatti posto a sedere per tutti, e la situazione mi mette una certa inquietudine fugace.
Scivoliamo veloci verso Nord-Est, lungo l’unica Via Crucis fluviale esistente al mondo: incontreremo 17 cruzeiros.
Nella baia, le piattaforme per l’allevamento delle cozze attirano la nostra attenzione: Santiago ci spiega che le piccole valve, cresciute in allevamento, vengono portate in acqua aperta quando raggiungono la lunghezza di 1 cm e qui fissate a delle funi con una speciale rete biodegradabile. Diventeranno cozze adulte. Buonissime cozze adulte.
Durante la risalita del fiume, transitiamo in prossimità di Isla Cortegada: qui c’è il primo cruzeiro.
All’inizio del Río Ulla, ammiriamo i tre cruzeiros più importanti di tutta la Via Crucis: si narra siano stati costruiti utilizzando le parti delle barche degli apostoli che eseguirono la traslazione del corpo di San Giacomo.
La risalita del fiume dura poco più di un’ora; sbarchiamo a Pontecesures e via subito, gambe in spalla, verso Padrón.
Padrón: famosa per i suoi gustosissimi pimientos di cui non solo ho fatto scorpacciate in questi giorni galiziani, ma ho anche acquistato le sementi al mercato generale. Il mio proverbiale pollice nero é noto, ma vedrò di applicarmi, prenderò ripetizioni…questo è un esame che non posso fallire. Pregusto già.
Padrón: più religiosamente famosa perché accoglie, all’interno della Igreja di San Giacomo, dietro all’altare, il pedrón ossia la pietra alla quale si narra attraccò la nave con le spoglie dell’Apostolo Giacomo e che diede poi il nome al villaggio qui fondato. Galizia terra di leggende, di storie tramandate, di primati rivendicati; c’è un mondo da leggere sulla Galizia! Non smette di affascinare e stupire.
Per il resto che vedo di Padrón, non mi incanta.
Mi rimetto sul Cammino, verso Milladoiro alle porte di Santiago. Una scelta ponderata: avrei potuto strafare e arrivare a Santiago ancora in giornata, ma ho preferito arrivare all’incontro preparata.
La tappa di oggi alterna boschi, sterrati, alcuni tratti su strade trafficate; c’è di tutto, ma non è tappa che, nel complesso, si fa ricordare.
Arrivo all’Albergue, bellissimo, nuovo, inaugurato da pochi mesi; mi assegnano il posto.
Raccolgo i pensieri, una sorta di bilancio si inizia a fare, anche se domani “semplicemente” si arriva a Santiago; il Cammino è tutto quel che c’è stato nel mezzo, lungo la strada, in questi mille e mille più passi, negli occhi che ho incontrato, nei pezzi di strada e vita che ho condiviso, nelle emozioni vissute, nelle mani che ho stretto, negli abbracci di saluto ad amici incrociati e poi “persi” e ancora ritrovati, nei tanti “bom caminho” e “buen camino” presi e regalati.
La meta è il Cammino stesso, non Santiago. A Santiago desidero arrivare e non arrivare mai. Perché so che ancora una volta poi vorrò ritornare.
“Caminante, son tus huellas
el camino y nada mas;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar”.(António Machado)
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