Si parte di buon passo alle prime luci dell’alba, lungo la salita che ci porta fin sotto le pale eoliche.
Lo sterrato si snoda tra distese gialle di ginestre in fiore, un tripudio per gli occhi, boschi di eucalipti, querceti, panorami mozzafiato avvolti da una nebbia leggera che regala magia. Incontriamo cavalli, mucche al pascolo, pecore. E farfalle dai colori del sole. Pure un serpentello mi fissa da bordo strada e allungo il passo: sono io a casa sua, levo il disturbo, grazie.
Raggiungiamo la biforcazione, il “rotondone” come scrive la guida: a sinistra si procede verso Finisterra, a destra verso Muxia. Manteniamo fede al programma iniziale e pieghiamo a destra, scendendo lungo un tratto d’asfalto con lavori in corso, poi ancora bosco che ci accompagnerà fino alle porte di Dumbria.

Esce il sole e stendo il bucato del giorno precedente; chi ha vissuto il cammino, conosce bene “lo stendino del pellegrino”.

A seguire, piccoli paesi, tratti di sterrato per lo più, poco asfalto su strade poco battute. Un saliscendi continuo, che stanca per la lunghezza del percorso. Anche oggi più di 30 km: si fanno sentire, il piede fa male, rallento la marcia.
A San Martino de Ozon, passiamo accanto ad un monastero del XII secolo, ad un lunghissimo hórreo del XVI sec., uno dei più lunghi presenti in Galizia, e alla bella Iglesia parrocchiale.

I mojones vanno a scalare i km rimanenti; quello che segnala i 9,920 ci fa un certo effetto…siamo a meno 10 km da Muxia, un percorso che, con i ritmi del quotidiano cittadino, ci porterebbe via 20 minuti di auto, ma qui significa almeno altre 4 ore, compresa la pausa pranzo. Come cambia la percezione delle distanze, procedendo a piedi! Si trasformano i km in ore.
Tutto si dilata: la fatica si decuplica, ma le emozioni e le sensazioni ripagano in larga misura.
Ancora una salita, dolce ma infinita, fino a Vilar de Sobremonte, scolliniamo e dopo l’ennesimo bosco…vediamo l’oceano!! Ci fermiamo a guardarlo, da lontano, in silenzio.
I panorami più belli non hanno bisogno di parole.
Scendiamo a Merexo, e, attraverso un’alternanza di zone ombrose, sterrati in mezzo ai campi e tratti di asfalto spaccapiedi, arriviamo al primo cartello di Muxia.
L’oceano ora è proprio ad un passo, la spiaggia ci accompagna e lungo la passerella in legno arriviamo al centro abitato e alla Pensión Bela Muxia, dove Angel ci aspetta.
Ritiriamo la meritata Muxiana, una doccia veloce e a cena: meritata. Meritatissima.
Il mio piede “urla”. I gabbiani di più.
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