8 mesi fa entrai in questa stessa piazza, Praza de Obradoiro, al termine di un cammino che si è rivelato, come previsto, soltanto l’inizio, con uno zaino troppo pesante per me, piangendo per l’emozione che ti regala il mettersi in gioco in solitudine e uscirne più forte.
Oggi riparto da qui: con un corpo, ahimè, più appesantito, uno zaino un po’ più leggero, nel cuore un dolore sottile che ha il sapore dello zucchero filato e ti si appiccica ovunque, mille pensieri nella testa e una nuvola di punti interrogativi a farmi da ombrello.
Vado verso l’oceano, a passi lenti e con fatica, e con la consapevolezza di chi sa che non c’è alcuna meta mai nella vita.
La meta è dove arrivi, hai ultimato il tuo percorso, hai compreso tutto, tutto perdonato.
L’ultimo istante della propria vita, solo quello è meta.
Forse.
Tutto il resto è cammino.
E io vado.
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